Osvaldo Borsani è un talento precoce: ancora studente presenta alla V Triennale di Milano (istituzione che frequenterà quasi ininterrottamente per tutta la sua carriera) la “Casa Minima”, espressione delle precise geometrie razionaliste applicate allo spazio della vita quotidiana. Quattro anni più tardi, con lo stesso rigore progettuale, Osvaldo Borsani realizza Villa Pesenti a Forte dei Marmi, attualmente inglobata in un prestigioso complesso alberghiero. La Villa Borsani di Varedo è del 1943. Senza tradire gli stilemi razionalisti, Osvaldo trova per gli interni una cifra più suadente facendo intervenire nel suo progetto alcuni giovani artisti come Adriano Spilimbergo, Fausto Melotti, Lucio Fontana (autore del camino e della Madonna in ceramica inserita in una nicchia della casa, mentre di Agenore Fabbri è la statua in bronzo per lo scalone). La collaborazione con questi artisti si sviluppa in decine di progetti per la borghesia milanese; in particolare con Lucio Fontana, amico fin dai tempi dell’Accademia, la collaborazione sarà più intensa; un segno ancora perfettamente visibile è, del 1956, la balaustra metallica del prospetto di via Montenapoleone 27. E’ l’edificio che Osvaldo Borsani aveva disegnato per abitazione della sua famiglia e come ‘casa’ principale del suo maggior progetto: l’azienda Tecno, nei cui prodotti la cultura dell’architetto si coniuga con la visione dell’imprenditore.