V TRIENNALE 1933 – LA CASA MINIMA

La V° Triennale di Milano del 1933 è il palcoscenico per il debutto di Osvaldo Borsani nel mondo dell’architettura. Borsani è ancora uno studente di 22 anni e firma, insieme agli Architetti Cairoli e Varisco, la ”Casa Minima”, esempio di progettazione razionalista. La Casa Minima sfida il tema dello spazio proponendosi come edificio di piccole dimensioni, e pertanto “economico”, ma al tempo stesso ricco negli arredi e nei dettagli. Concepita per una famiglia di tre persone, la Casa Minima è composta da un piano terreno e un primo piano. L’anticamera, con pareti rosa salmone e pavimento di linoleum marrone, ha come arredi un attaccapanni, un portaombrelli e uno specchio. Da questo vestibolo attraverso una prima porta si accede alla cucina; da una seconda porta si passa al vasto soggiorno dal pavimento in linoleum grigio chiaro, che si armonizza con l’ecru delle pareti e l’arancio vivo delle parti laccate delle librerie. Il soggiorno è inondato di luce dall’ampia veranda semicircolare con finestra continua scorrevole su guide e rientrante nella parete. Da questo ambiente, attraverso una scala a larga spirale con gradini grigio scuro e l’alzata rossa, si accede alle stanze del primo piano: una camera matrimoniale, una camera singola e un bagno.

IL CONCETTO DI CASA MINIMA

Il concetto di Casa Minima, realizzato dall’équipe di Osvaldo Borsani nel 1933, era già stato affrontato 10 anni prima da Le Corbusier con il progetto per la residenza dei genitori sul lago di Ginevra. Ed è sempre Le Corbusier a riprendere in considerazione, nel 1951, l’idea di una residenza essenziale e quasi “ascetica” realizzando “Le Cabanon”: 15 mq interamente in legno, affacciati sul mare della Costa Azzurra, che saranno il suo rifugio prima della morte. Sentiremo ancora parlare di casa minima oltre 60 anni più tardi da Renzo Piano. L’architetto genovese, realizzando un’idea in gestazione da quando era studente, crea infatti nel 2013 “Diogene”, un prototipo di abitazione per l’azienda svizzera Vitra di proporzioni ultraridotte (4mq di base e tre metri d’altezza al colmo), ma che possiede tutte le funzioni per la vita di due persone.