V TRIENNALE 1933 – LA CASA MINIMA
La V° Triennale di Milano del 1933 è il palcoscenico per il debutto di Osvaldo Borsani nel mondo dell’architettura. Borsani è ancora uno studente di 22 anni e firma, insieme agli Architetti Cairoli e Varisco, la ”Casa Minima”, esempio di progettazione razionalista. La Casa Minima sfida il tema dello spazio proponendosi come edificio di piccole dimensioni, e pertanto “economico”, ma al tempo stesso ricco negli arredi e nei dettagli. Concepita per una famiglia di tre persone, la Casa Minima è composta da un piano terreno e un primo piano. L’anticamera, con pareti rosa salmone e pavimento di linoleum marrone, ha come arredi un attaccapanni, un portaombrelli e uno specchio. Da questo vestibolo attraverso una prima porta si accede alla cucina; da una seconda porta si passa al vasto soggiorno dal pavimento in linoleum grigio chiaro, che si armonizza con l’ecru delle pareti e l’arancio vivo delle parti laccate delle librerie. Il soggiorno è inondato di luce dall’ampia veranda semicircolare con finestra continua scorrevole su guide e rientrante nella parete. Da questo ambiente, attraverso una scala a larga spirale con gradini grigio scuro e l’alzata rossa, si accede alle stanze del primo piano: una camera matrimoniale, una camera singola e un bagno.