Il sistema Graphis debutta nel 1968 alla XIV Triennale di Milano che ha per titolo “Il grande numero”. E, di quella esposizione, diventa immediatamente simbolo. Graphis infatti sancisce definitivamente l’approdo della visione di Osvaldo Borsani e di Tecno alla produzione in serie. Firmato insieme a Eugenio Gerli, Graphis è frutto di un’intuizione di Borsani che, modellando alcuni foglietti di carta, realizza che il nuovo mondo dell’ufficio sarà fatto di linearità, forme elementari e schemi radicalmente semplici. “Avevamo bisogno di una serie di arredi per uffici che, integrando i modelli che continuiamo ancora oggi a produrre e che si rivolgono soprattutto al settore direzionale, coprissero tutte le aree dell’ufficio operativo”, commenta lo stesso Borsani. “Cercavamo di determinare una tipologia che fosse in sé poco caratterizzante e quindi adatta secondo i più attuali criteri d’impiego indifferenziato: dal direttore d’ufficio all’impiegato, all’usciere”. Questa nuova “democrazia dello spazio lavorativo” inventata da Borsani in collaborazione con Gerli viene così commentata dal poeta Leonardo Sinisgalli: “sono contento che i due autori abbiano rispettato la geometria. Tagli netti, angoli retti, superfici piane. Niente gonfiori, raccordi, bolsaggini. L’idea non viene nascosta, ma scoperta. Spesso la fantasia deve servire a scarnire, non ad accumulare”. Il sistema Graphis si realizza combinando tre elementi base: una struttura portante angolare a “L” in metallo smaltato bianco, una cassettiera e un piano in laminato plastico. Gli angolari portanti a “L” (ne sono stati venduti oltre 20 milioni) sono in lamiera d’acciaio piegata, smaltata al forno, con pattini d’appoggio a pavimento in estruso termoplastico e squadrette di assemblaggio in nylon. La cassettiera è proposta in tre versioni: C1, più alta e senza rotelle, arriva alla superficie inferiore del piano operativo con due classificatori sovrapposti, C2 e C3 più basse, con rotelle e pertanto indipendenti dal piano operativo composte da tre cassetti nel caso di C2 o da un cassetto e un raccoglitore nel caso di C3. Il piano, infine, è disponibile in due versioni: quello intero P e il mezzo M, con struttura in agglomerato ligneo, rivestimento in laminato plastico con finitura opaca e bordi in estruso termoplastico. Il collegamento del supporti al piano avviene in modo molto semplice attraverso squadre e viti autofilettanti, tanto da poter essere eseguito senza l’ausilio di manodopera specializzata.