Osvaldo Borsani nasce a Varedo nel 1911. Figlio di Gaetano, affermato costruttore di mobili nel suo “Atelier di Varedo”. Nell’azienda di famiglia il sedicenne Osvaldo riceve la prima formazione. All’epoca è l’architetto Maggioni che progetta per l’Atelier arredi di nuovo disegno. L’aria che Maggioni porta all’interno dell’Atelier arriva da Vienna, città dove architetti, pittori, scultori, tessitori e grafici lavorano fianco a fianco determinando la fioritura dello Jugendstil. Forse è questa “contaminazione di arti e mestieri” che influenzerà la fisionomia progettuale del giovane Borsani. Non a caso il suo percorso formativo inizia con la maturità artistica all’Accademia di Belle Arti per passare al Politecnico di Milano dove, nel 1937, si laurea in architettura. Ma già nella sua carriera di studente il giovane Osvaldo sviluppa un’incontenibile vocazione verso tutto ciò che è avanguardia, tecnologia e innovazione. Restano di quel periodo i suoi progetti di edifici industriali, grattacieli, ponti e strutture in vetro sospese tra l’espressionismo di Mendelssohn, le trasparenze di Gropius e il futurismo di Sant’Elia.