Il contributo che Osvaldo Borsani ha dato all’architettura del ‘900 e alla nascita del disegno industriale fa sì che la sua figura si debba considerare in una prospettiva più ampia che non quella del progettista e dell’imprenditore. E’ significativo l’impulso che egli ha impresso all’arte contemporanea, coinvolgendo gli artisti giovani e allora promettenti in un tipo di lavoro vicino l’architettura d’interni, offrendo loro maggiori occasioni di visibilità. Negli anni Trenta Guido Tallone, Giandante X, Lucio Fontana sono già fra i suoi interlocutori. Nel dopoguerra si aggiungono Agenore Fabbri, Aligi Sassu, Roberto Crippa, Fausto Melotti; e presto si consolida la collaborazione e l’amicizia con Arnaldo Pomodoro, Marcello Nizzoli, Bruno Munari. Ma gli amici di Osvaldo non sono solo artisti e architetti: un grande apporto al suo mondo concettuale viene dai progettisti grafici e dai fotografi: Marcello Piccardo, Enrico Ciuti, Edoardo Mari, Giulio Confalonieri, Guido Ballo, Ugo Mulas; e infine dai letterati come Giuseppe Ungaretti e Leonardo Sinisgalli, e da uomini di grandi visioni come Enrico Mattei: il quale gli affiderà assieme a Marcello Nizzoli il progetto degli interni del primo palazzo dell’Eni, a Metanopoli. E’ l’avvio di un’immagine coordinata che continuerà ad essere sviluppata negli altri palazzi e sedi di Eni a Milano e a Roma.